lunedì 29 aprile 2024
"Alcuni consigli musicali di Pietro" + "Cover" + "Video".
Un po’ di tempo fa avevo chiesto al mio socio Pietro di suggerire alcune canzoni al pubblico. Dai Police a Eric Clapton, da Konstantin a Darin, fino a Zucchero. Per vedere tutte le canzoni di cui Pietro suggerisce l’ascolto, aprite il video. Voi quale canzone conoscevate già?
martedì 9 aprile 2024
“‘I shot the sheriff’: le nostre memorie” + “Cover”.
Nonostante I shot the sheriff sia una canzone che suono solo da due anni, è quella canzone che ha comunque contribuito allo sviluppo del mio modo di suonare. Con esso ho percepito un maturamento a partire dall’Agosto 2022, periodo in cui ho ricominciato a suonare in modo assiduo, un po’ come facevo ad inizio 2013 in cui la passione era una costante. A Clapton devo molto in termini di ispirazione sul modo di suonare, in quanto con lui ho iniziato a fare tabula rasa del superfluo (virtuosismi interminabili e cazzate varie) per passare, come direbbe il chitarrista e youtuber Luca Milieri, a “due note col cuore”, che sta anche alla base della filosofia di Clapton, e proprio in virtù di questo soprannominato “slow hand”, vivendo la chitarra fino in fondo. Per citare una sua frase, “imbraccia la tua chitarra e suona come se fosse l’ultimo giorno” (Pietro Zara).
I shot the sheriff è quella canzone che ho sempre sentito nominare, che ho sempre visto ogni volta che ascolto musica, ma che non ho mai ascoltato con lo stesso orecchio con cui ascolto tutto il resto, almeno fino a qualche settimana fa. Sarà la versione originale di Bob Marley sia stata incisa in una versione più lenta che non ha mai riuscito a fare presa su di me, nonostante sia un grande ascoltatore anche di Bob e di reggae in generale, ma non l’ho mai ascoltata come avrei voluto ascoltarla, pur apprezzandone e riconoscendone il valore. Quando Pietro mi propose I shot the sheriff durante una fase di scelta per una nuova puntata di Singin’ In Toyota dentro di me storsi un poco il naso: l’intonazione, la ritmica, la mia totale e completa inesperienza nell’approccio ad un certo genere musicale. Questa qui è la prima volta che sono uscito fuori dalla mia comfort zone, senza né infamia né lode, ma comunque con tanto entusiasmo e con tanta felicità. Interpretare questa canzone nella versione di Clapton mi ha aiutato anche a valorizzare ulteriormente quel pezzo storico di Bob Marley, e mi ha aiutato anche a scandagliare vari aspetti (anche musicali) del pezzo di Clapton, cosa che raramente avevo fatto con altre canzoni. Ci tengo a ringraziare Pietro per avermi proposto questa canzone dimostratasi così tanto stimolante. Voce mia a parte (decisamente stonata anche per via di un forte raffreddore e mal di gola), buon ascolto! (Amedeo Tavolozza).