domenica 31 dicembre 2023
mercoledì 27 dicembre 2023
Qualcuno ha capito "P.E.S." Dei Club Dogo?
Ci sono brani che, per quanto
banali, frivoli, spensierati, necessitano comunque di una certa comprensione,
in quanto nel loro essere sempliciotte, contengono più chiavi di lettura e più
livelli interpretativi.
Uno di questi può essere P.E.S. Dei Club Dogo, la loro hit del
2012, divenuta una canzone destinata a “mainstreamizzare” il trio milanese, e
che al contempo ha attirato a sé parecchio hating per le sonorità decisamente
più catchy e che strizzano parecchio l’occhio ai suoni nazionalpopolari.
Eppure, se ci si sofferma a leggere bene il testo, gli argomenti erano, per la
discografia dell’epoca, tutt’altro che “puliti” e “nazionalpopolari”.
Alcuni
passaggi del testo.
Per poter spiegare il perché
delle righe precedenti, bisogna partire proprio dal testo, fortemente criticato
per la sua vuotezza.
Già il ritornello potrebbe
parlare da solo: “sto lontano dallo stress / fumo un po’ e dopo gioco a P.E.S. / pato, mexes, Messi, valdez /
fumo un po’ e dopo gioco a P.E.S. /
accendo e dico oh yes / fumo un po’ e dopo gioco a P.E.S. / se mi riprendo oh-oh-oh yes / fumo un po’ e dopo gioco a P.E.S.”. Qui potrebbe iniziare e finire
tutto: un momento di chilling e di relax passato a giocare a P.E.S. E a fumare. Sì, ma a fumare cosa?
A togliere ogni dubbio (ma solo a
chi sa leggere tra le righe) ci pensano Jake e Gué nelle loro strofe, i quali,
oltre a citare calciatori noti, quali Neymar, e console e videogiochi
calcistici, quali PlayStation e X-Box, compiono giochi di parole e riferimenti
camuffati al mondo delle droghe.
“Oggi voglio stare sul divano
collassato” è l’incipit della strofa di Jake, che prosegue con “crossami la
palla che rovescio”, facendo un parallelismo tra il pallone da calcio e la
pallina di hashish. Anche la rovesciata prosegue con questo double entendre: se
da un lato la rovesciata indica la famosa skill calcistica, dall’altro la
rovesciata potrebbe: 1. Essere un modo per dire di essersi stonato dopo aver
fumato troppo; 2. Essere un riferimento all’atto di rollare e chiudere uno
spinello.
La menzione più diretta alla
marijuana arriva alla metà della prima strofa, quando Jake rappa “tanto qui c’è
birra e weeda, l’antidolorifico per la / partita”. Questa correlazione tra
droghe e partite di calcio fu Jake stesso ad averla già fatta in Ragazzi fuori: “tutti come calciatori
infortunati / escono in barella, tutti anestetizzati”, contenente il
riferimento al fatto che alcune sostanze stupefacenti (si veda la cocaina)
siano in grado di annullare la sensibilità fisica delle parti del corpo. Nel
caso specifico della cocaina, ad esempio, chi la assume sniffandola perde la
sensibilità della faccia.
Anche nella strofa di Gué son
presenti riferimenti al mondo “4:20”: “slego il polso, occhio rosso, passo”, in
cui ancora una volta il passaggio non è il passaggio della palla sul campo da
calcio, ma anche quello di uno spinello da una persona ad un’altra.
Club
Dogo: dalla gente per la gente.
In tanti furono ad accusare i
Dogo di essersi venduti ed imborghesiti proprio dopo il successo del 2012 di P.E.S.. Eppure, P.E.S. Stessa, per quanto hit radiofonica e nazionalpopolare, aveva
al centro un tema che riguardasse la gente comune: il chilling davanti alla
PlayStation (o, come visto in queste righe, un momento in cui ci si rilassa
consumando erba).
Anche durante il periodo
promozionale di Noi siamo il Club, il
trio, parlando del loro singolo di punta, commentava dicendo: “si tratta di una
cosa che fanno molti ragazzi, e talvolta anche ragazze”, senza mai fare
specifica e diretta allusione ad alcunché, quasi a voler celare il
(praticamente palese) doppio senso del brano, al di là del videogioco riportato
anche nel titolo.
Nella prima metà della strofa di
Gué, a proposito di gente comune, è proprio a questi ultimi che rivolge un
pensiero: “la g, la u, la è nel posto, senti come suona / dedicato a chi ha il
diploma eppure non lavora / dedicato ai miei fratelli coi lavori strani / tipo
che iniziano la sera fino all’indomani / per comprare nuove Nike e giochi della
play”. “Dalla gente per la gente”, rappavano nel 2010, e nel 2012 le cose non
potevano certo essere diverse. Ed è forse per questo che la riuscita di P.E.S. È stata così dirompente, in
quanto semplice per il grande pubblico e senza particolari sovrastrutture,
unite naturalmente ad un ritornello ed una melodia entrambe catchy.
Maria
Giovanna.
Come già detto a inizio articolo,
P.E.S. Nasconde nel suo sottotesto un
continuo riferimento all’arcinota “Maria Giovanna” a cui in tanti e in tante
epoche han dedicato canzoni, spesso camuffandone il nome.
Dalla Maria degli Articolo 31
fino alla Maria Salvador di J-Ax, citando ancora La mia signorina di Neffa, per arrivare fino alla più recente Bruno di Quentin40, in cui a essere il
protagonista è il fumo, ovvero la controparte maschile, ma ben mascherato
comunque dietro falso nome (o dietro nome gergale). Tra tutte, forse P.E.S. È quella meno esplicita, sebbene
di riferimenti alla marijuana ce ne siano tante, come si è visto.
Voi ve ne eravate accorti di tutti questi riferimenti?
domenica 24 dicembre 2023
“Mary”: le nostre memorie.
Le memorie di Pietro.
Primavera 2022. Ero in Toscana da mia sorella, e mentre guardavamo la tv uscirono in televisione i Gemelli Diversi. Proprio parlando con mia sorella, lei mi confessò essere uno dei suoi gruppi preferiti durante la sua adolescenza, e ciò mi scaldò molto il cuore. I Gemelli riportano alla mente i momenti di vita passati nella nostra amata Trieste.
Quando il giorno del mio compleanno dello stesso anno mi ritrovai ad assistere al Coca-Cola Summer festival, vidi anche l’esibizione dei Gemelli Diversi, dove cantarono alcune canzoni del loro repertorio degne di nota. Sebbene non ci prestai molta attenzione preso dal cazzeggio coi miei amici, solo in un secondo momento mi imbattei, in seguito ad una ricerca, in Mary. La canzone mi colpì subito, mi piacque e mi commosse al contempo, per via della tematica, quella di una ragazzina abusata sessualmente dal padre. Nelle rime trasuda il bisogno di sfogarsi e di restituire all’ascoltatore uno spaccato di vita di quelli che (purtroppo) si verificano nella nostra società.
Pertanto potrei dire che, se da una parte i Gemelli Diversi rappresentano la gioia e la spensieratezza dell’infanzia triestina, dall’altra, con questa canzone, la mia preferita loro, han rappresentato l’adolescenza di tanti giovani sporcati e privati della loro purezza per mano di un mostro, che talvolta si cela dietro la maschera di un familiare.
Le memorie di Amedeo.
Quando nel 2010/2011 stavo scoprendo il rap dal primo computer della mia cameretta, mi imbattei, tra gli altri, anche nei Gemelli Diversi, che iniziai a seguire proprio da all’epoca. Il loro primo disco che comprai fu Senza fine – 98-09 (the greatest hits). Mentre la tracklist scorreva, partì Mary, che mi colpì per la crudezza delle scene che gli artisti rappresentavano in rima.
Dopo aver suonato con Pietro in questa sorta di Carpool karaoke dei poveri prima Risiko e poi il mashup tra Nessuno e Down by the river, ci venne spontaneo puntare su questa canzone dei Gemelli Diversi: Mary, per l’appunto, a cui entrambi abbiamo legato ricordi di vita diversi, ma ugualmente intensi, entrambi relativi alla nostra infanzia ed adolescenza. La proposta venne da Pietro, ma la appoggiai da subito di buon grado anche io. E questo è il risultato finale, frutto di un’ora di cazzeggio, di risate, di flop e di gaffe una dopo l’altra durante la registrazione del video.“Mary” dei Gemelli Diversi non è una canzone realizzata a tavolino.
venerdì 22 dicembre 2023
martedì 19 dicembre 2023
John Gotti nelle canzoni rap.
sabato 16 dicembre 2023
Alcune considerazioni su “Museica”.
mercoledì 13 dicembre 2023
giovedì 30 novembre 2023
Uno dei migliori duetti di Sanremo: Giorgia & Finizio in “I’ te vurria vasà” (1995).
Sanremo 1995, conduzione e direzione artistica di Pippo Baudo. Durante quell’edizione il festival fu vinto da Giorgia con Come saprei e vide altri partecipanti di tutto rispetto quali Andrea Bocelli con Come saprei, Giorgio Faletti con L’assurdo mestiere e Ivana Spagna con Gente come noi.
Durante la serata dedicata ai duetti, proprio la vincitrice si cimentò, accompagnata ad un’altra grande voce della musica napoletana, Gigi Finizio, in un’interpretazione a dir poco magistrale di un brano proprio della tradizione musicale napoletana: I’ te vurria vasà.
I’ te vurria vasà nasce come poesia, scritta da Vincenzo Russo, modesto calzolaio, racconta di una storia d’amore mai andata in porto tra lui ed Enrichetta Marchese. Una storia d’amore che, pur ricambiato, è stato osteggiato e impedito dai genitori di quest’ultima. Vincenzo Russo scrisse la poesia sul finire del 1899, e fu musicata successivamente da Eduardo Di Capua, notoriamente già compositore musicale della canzone ‘O Sole mio, pubblicata nel 1898, e da Alfredo Mazzucchi. Secondo la tradizione, i fogli con i versi della poesia furono consegnati da Russo a Di Capua il 1° gennaio 1900 sul finire di una rappresentazione teatrale al Salone Margherita dove si esibiva Armando Gill.
La canzone è stata negli anni ripresa e reinterpretata da numerosi altri cantanti: oltre a Giorgia e Gigi Finizio infatti l’hanno portata al loro pubblico anche nomi come Claudio Villa, Mango, Mina, Enrico Caruso, Luciano Pavarotti, Sergio Bruni, Peppino Di Capri e Massimo Ranieri.domenica 19 novembre 2023
“Gita al cimitero abbandonato di pietrastornina” + “Il docu-vlog”.
Per l’ultimo Amedeus adventures in occasione di Halloween siamo andati a Pietrastornina alla ricerca del famoso cimitero abbandonato di cui vi avevo parlato alcuni post fa nell’annuncio dell’evento.
Chi mi conosce sa quale sia la mia passione per i posti e per i luoghi abbandonati, di cui vado alla ricerca anche nella mia stessa città, per stare sereno, rilassato, isolato da tutto e tutti, dalla frenesia della città.
Halloween si chiamava proprio un Amedeus adventures horror. Per nostra fortuna abbiamo Google a nostra disposizione, e infatti è proprio su Google che ho digitato “luoghi e posti abbandonati in Campania”. Dopo una lunga ricerca (e più di una settimana di cernita e di indecisioni sulla scelta) ho optato per il cimitero abbandonato di Pietrastornina, di cui ho letto la storia sul sito Derive Suburbane.
Per chi non lo sapesse, già nel 2022 mi sarebbe piaciuto organizzare un Amedeus adventures horror, e nel corso dei mesi ci siamo scambiati, io ed altri, possibili posti abbandonati in Campania e fuori dalla Campania, da poter visitare.
Siam partiti Pietro ed io attorno alle 19 da Acerra, dopo una piccola sosta alla Conad per un rapido acquisto di biscotti, patatine e bibite da mangiare una volta sul posto.
La tappa intermedia è stata Baronissi per prendere Arturo e Roberto. Presi loro, siam subito ripartiti per raggiungere Pietrastornina. Alla guida ci siamo alternati io e Roberto all’andata e al ritorno.
Giunti nella cittadina abbiamo fatto un po’ di fatica ad orientarci, anche a causa del buio, oltre che per una nostra non-conoscenza del posto. Dopo aver chiesto anche indicazioni qua e là, abbiamo alla fine deciso di parcheggiare l’auto e proseguire la ricerca a piedi. Come da indicazioni di alcuni ragazzi, la strada che dovevamo percorrere era una strada sterrata e in salita. Abbiamo prima seguito una prima strada, dimostratasi da subito fallimentare. Siamo pertanto scesi e ritornati sulla strada principale.
Certo non sarebbe stato facile trovare un cimitero ormai abbandonato da anni, ma questo lo sapevamo. Abbiamo aperto Google alla ricerca un tantino più approfondita di alcuni indizi, servendoci di ciò che avevamo a nostra disposizione. Abbiamo deciso così di proseguire sulla strada principale Strada Statale 374 fino ad arrivare fuori ad un ristorante sito giù ad una stradina poco dopo la curva che abbiam percorso a piedi. Pochi, pochissimi nomi, altrettanti pochi indizi e ancora meno luci. Ma quella strada che avevamo dinanzi ci sembrava proprio quella nostra.
L’aria era fredda. Non eccessivamente, ma fredda, di montagna, ma non era l’unica cosa a farci rabbrividire: a mettersi c’era anche l’ambiente circostante. Alle nostre spalle la vallata illuminata da luci e casette (e in lontananza si distinguevano anche i lumini del nuovo cimitero di Pietrastornina, davanti al quale eravamo passati a piedi pochi minuti prima), mentre davanti a noi c’era la strada in salita che stavam percorrendo a piedi e al quasi più totale buio, con le pochissime auto che passavano di lì e l’abbaiare insistente dei cani che proveniva dalle poche abitazioni circostanti.
Nel camminare ci siamo imbattuti solo in due deviazioni in una strada a destra, e in un sentiero sterrato che invece si trovava sulla sinistra, quest’ultimo situato poco prima di un inquietante e spettrale cancello arrugginito. Una volta preso coraggio ci siam fatti guidare dall’istinto e abbiamo deciso stupidamente di percorrere quel sentiero sterrato. Per fortuna non era piovuto, e il terreno era quasi per nulla fangoso. Il claim era solo uno: “rimaniamo uniti”. La paura era che qualche serpente, qualche lupo o cinghiale affamato o qualche malintenzionato potesse trasformare quella serata easy in una simil-tragedia. Cosa che non è stata, ovviamente, ma il solo fatto di stare con i sensi ben allerta ci faceva amplificare ogni scricchiolio di rami, ogni folata di vento tra le foglie, le quali avevano ormai preso il sopravvento sull’ambiente circostante: non le luci delle abitazioni, né più la luce riflessa della Luna era presente nel nostro campo visivo, ma solo quelle foglie e quegli alberi.
Arturo era davanti in ricognizione che premeva per farci continuare con l’esplorazione, e noi altri dietro, fermi immobili, con Pietro che iniziava ad avere i brividi ed io con lui. “Non è detto che dobbiamo completarla la missione” avevo detto fino a qualche ora prima “se percepiamo qualcosa di strano o di sinistro, di davvero sinistro e pericoloso, possiamo semplicemente tornare indietro da dove siamo venuti”. E così, dopo un breve confronto inter nos, dopo aver proceduto per quel sentiero per qualche decina di metri a passo da formica, allo stesso modo siam tornati indietro, ripercorrendo a ritroso la strada fatta precedentemente. Questo snobbando e tralasciando completamente anche l’altra stradina, su cui peraltro ci avevo già posto l’occhio da alcuni giorni come possibile strada da percorrere per raggiungere il cimitero. A tornare indietro…
Giunti alla macchina, ci siamo riposati sulla panchina, consumando Monster e limonata, grisbì e patatine bianche Conad. A nulla è servito chiedere anche a due carabinieri usciti per il loro giro di ricognizione dalla caserma davanti alla quale abbiam parcheggiato; in cambio, ci è spettato un controllo documenti generico e una chiacchierata di venti minuti con l’agente in divisa nera, di cui abbiam parlato sommariamente delle nostre vite e del nostro salto a Pietrastornina. Ma del cimitero abbandonato, neanche loro sapevan nulla.
Ce ne siam partiti di là intorno all’1, neanche tanto delusi, ma con la sensazione di aver lasciato un conto in sospeso con Pietrastornina, come quelle anime in pena che tornano ad infestare i luoghi e le zone in cui avrebbero dovuto portare a compimento qualcosa. Dopo una sosta di una mezz’oretta a Baronissi fatta di cazzeggio più totale e di sconnessione neuronale, io e Pietro siamo partiti alla volta di Casapesenna, prima che potessi definitivamente fare ritorno, attorno alle 5/5:30 del mattino, presso la mia abitazione.
Solo il giorno seguente, nella tranquillità più totale della mia cameretta, mettendo a confronto Maps, foto reperite online e altro materiale, mi sono imbattuto in quello che al 99% sembravano essere l’ingresso e la cripta del cimitero abbandonato di Pietrastornina.
Ebbene potrei dire quindi che non è detta l’ultima parola per quanto riguarda il cimitero. Certo, l’ideale sarebbe che ci si rechi in un orario diurno, in maniera tale da avere una chiara visuale del panorama e delle strade da percorrere, che specie in quei posti sono qualcosa di fortemente impraticabile di notte per chi, come noi, si è recato sul posto senza particolari attrezzature anche per un rapido salvataggio e per la nosta stessa incolumità.
Pietrastornina: io e te ci rivedremo molto molto presto!
P.S.: l’Amedeus adventures vi ricorda che nel 2024 si terrà il primo viaggio all’estero a Vienna. Prerogative del viaggio: low budget, gita fuori di cinque giorni o poco più, all’insegna del divertimento, dell’esplorazione, dell’avventura e della cultura.
Budget stimato: 600€ totali circa.
Mezzi di trasporto: bus e/o treni.
Periodo stimato: fine Agosto/inizio Settembre.
Contattami in privato per aderire, e stay tuned!giovedì 9 novembre 2023
Il Red Bull 64 bars live a Napoli è sempre una figata!
Napoli nella musica rap sta regnando forte da qualche anno. Sono anni che assume sempre più una sua identità, e il fatto che la Red Bull scelga il capoluogo campano per l’evento rap dell’anno è una prova che attesta l’importanza di questa città.
Nel 2022 sul palco salirono Fabri Fibra, Guè, Marracash, Madame, Ernia e Geolier capitanati da Dj Tayone. Quest’anno invece è toccato a Geolier (unico confermato dallo scorso anno, oltre a Marracash, annunciato pochi giorni prima dell’evento a sorpresa), Luchè (annunciato durante il dissing con Salmo, che avrebbe dovuto partecipare insieme agli altri artisti), Noyz Narcos, Lazza e Rose Villain, questa volta diretti da Young Miles.
Il rap riparte da Napoli.
Il 64 bars è un progetto che dalle sue origini, avvenute intorno al 2019, si poneva nel proporre il rap in una chiave molto classica: un mc e un produttore, nient’altro. Rime e barre, rime e barre, molte volte senza ritornelli, con sperimentazioni di flow e di stili musicali. Lo testimoniano, ad esempio, i tre freestyle di Marracash (prodotti rispettivamente da Crookers & Nic Sarno, Marz e Tha Supreme), lo testimonia il 64 barre di Salmo prodotto da Luciennn, così come il 64 barre di Geolier prodotto da Poison Beatz e Dat Boi Dee. Elementare, Watson. Vince chi fa le barre più fighe nei pezzi.
Napoli è stata scelta sicuramente per il suo immaginario: piazza Ciro Esposito, in zona le vele di Scampia è un luogo iconico per il rap, in cui si sono formati nomi come i Co’ Sang, omaggiati anche da Luchè nella serata di sabato 7 ottobre quando con Geolier ha interpretato Over da Dove volano le aquile, dove Guè girò il video di Tuta di felpa con Ntò e dove fecero lo stesso i due rapper francesi che compongono il duo Pnl con la canzone Le monde ou rien.
Negli ultimi anni, le vele di Scampia stanno anche affrontando un periodo di bonifica e riqualifica, nella speranza che possano finalmente affrancarsi, una volta e per tutte, da tutta una serie di luoghi comuni che vuole quella zona come zona piena zeppa di contesti criminali e ai limiti della legalità.
Avere uno show del genere in zona è un’ottima opportunità per tutti, artisti e giovani ascoltatori di rap, che crescono, se vogliamo, con un esempio virtuoso di come l’arte può farsi veicolo di messaggi positivi di riscatto e di vittoria, lontana dai guai a cui spesso viene allacciata da un certo tipo di stampa mainstream.
Dopo il primo 64 bars live.
Al termine del primo Red Bull 64 bars live nel 2022, il pubblico di Napoli si era resa testimone di una promessa: “ci vediamo nel 2023”. E così è stato: Red Bull ha rispettato i patti, e nella prima metà del 2023 ha iniziato a svelare i nomi, che pian piano hanno iniziato a pubblicare e a incidere i loro 64 bars freestyle. Nella stessa data, Young Miles, Salmo, Rose Villain, Geolier, Lazza e Noyz Narcos hanno postato nelle loro storie la data dell’evento. Non tutti, tuttavia, avevano pubblicato il loro 64 bars. Tra loro, mancava all’appello, ad esempio, Geolier (che ne aveva rilasciato uno lo scorso anno per il primo evento Red Bull a Scampia), e un altro che pure mancava all’appello era Salmo.
La questione Salmo: il freestyle, il dissing e l’annuncio di Luchè.
Nel freestyle rilasciato da Salmo questa Estate, Salmo “ha fatto ’o panico” come si direbbe dalle parti di Napoli. Infatti, nel pezzo prodotto da Luciennn, giovane talento che si sta facendo notare nella scena da un po’, Salmo ha fatto espliciti riferimenti a Luchè, con cui aveva avuto dissapori accesi nel 2019. Solo via Instagram, si intende. Un dissing mai evolutosi in musica, non fino a questa Estate.
In un passaggio, infatti, Salmo rappa: “l’Inferno lo conosco bene / ci tornerei per farci un mese / una vita di promesse spese / driiin: squilla il telefono inglese”, facendo riferimento al famoso telefonino inglese su cui, a dire di Luchè, aveva i messaggi di Salmo in cui si complimentava con lui per il disco Malammore, mentre Salmo sosteneva di non aver mai ascoltato Luchè.
Apriti cielo. Dopo il rilascio del freestyle, per quattro giorni è andato avanti un pesante scontro a colpi di rime, con dissing pubblicati finanche a distanza di un paio di ore l’uno dall’altro: accuse, punchline, rime, cattiveria, stile che volavano, mentre due tra i maggiori esponenti della scena se le davano di santa ragione.
Proprio nel mentre del dissing, Red Bull, essendo Napoli una città da sempre legata a Luchè per ovvie ragioni, aveva annunciato anche la presenza di Luchè, subentrato in un secondo momento. Sebbene molti volevano il dissing una finzione per sponsorizzare l’evento, Salmo pubblicò un commento categorico sui propri social: “non parteciperò all’evento di Scampia”. Molti hanno collegato questa decisione al fatto che abbia ricevuto minacce di morte da parte di alcuni utenti sui social proprio durante il dissing avuto con Luchè.
In realtà, Salmo spiegherà i motivi della sua assenza solo due giorni prima dell’evento, specificando che: 1. La Red Bull era al corrente della sua assenza da questa Estate e l’aveva resa pubblica solo pochi giorni prima, sostenendo anche essere poco professionali; 2. Non avrebbe più partecipato all’evento poiché non gli avrebbe fatto piacere dover interagire con una persona con cui non va d’accordo.
Suonano ironiche le parole pronunciate da Salmo durante l’intervista con Gq Italia, dove aveva dichiarato, a proposito della frecciatina a Luchè: “nel rap, quando fai freestyle, intrattieni, fai le punchline, se avessi voluto insultare avrei detto un’altra roba. Però invece che stare lì a rompere le palle ci gioco su, è una cosa scherzosa. Non penso che si offenderà, si farà una risata anche lui”. Lineare, no?
Sia come sia, Salmo davvero ha dato buca. Del resto Napoli è “la città di Luchè”, come afferma quest’ultimo in Potere e, al di là della questione “interazione sul palco” tra i due (che avrebbero comunque potuto limitare al minimo) ci sarebbe potuto essere un serio problema durante l’esibizione: un’eventuale risposta negativa da parte del pubblico, che avrebbe potuto compromettere la naturale esibizione dell’artista sardo.
A poco è servita anche la storia rilasciata dalla pagina della Bfm Music, etichetta fondata da Luchè. Storia passata quasi inosservata, in cui si son dichiarati dispiaciuti per il forfait di Salmo, specificando che sarebbe stato un’ottima occasione di confronto tra i due artisti, e anche un ottimo modo per accogliere Salmo con l’amore che si merita.
Il concerto.
Il concerto alla fine si è fatto. Con o senza Salmo, ma con la presenza a sorpresa di Marracash, annunciato pochi giorni dopo la data partenopea del Marrageddon (ancora una volta Napoli ha mostrato il suo rispetto nei confronti del “king del rap”, come se non fosse bastata la dimostrazione della settimana prima), e di Anna, con ogni probabilità protagonista del Red Bull 64 bars del 2024 (che potrebbe, peraltro, anche cambiare location).
Durante il concerto tutti gli artisti sono stati giostrati da Young Miles, e hanno avuto modo di cantare un quarto d’ora a testa circa, esibendosi con i loro 64 bars rilasciati per sponsorizzare l’evento con l’aggiunta di alcune loro hit. Luchè, unico a non aver ancora pubblicato ufficialmente il suo di freestyle, ha avuto modo di presentarlo qui in anteprima, mandando il pubblico in visibilio.
Come nel 2022, anche quest’anno gli artisti hanno interagito sul palco: Lazza e Geolier, ad esempio, hanno portato Chiagne, Luchè e Noyz Narcos hanno cantato Casa mia, giusto per fare due esempi. La conclusione è avvenuta con un’esibizione a sorpresa di Geolier e Luchè che hanno interpretato Over, brano in collaborazione contenuto in Dove volano le aquile, e che contiene un campione di Int ’o rione dei Co’ Sang, di cui Luchè ha specificato essere un tributo.
Il prossimo Red Bull 64 bars live.
Red Bull ha confermato l’organizzazione dell’evento anche per il 2024, dopo i successoni delle prime due edizioni. In molti sperano che la location torni ad essere ancora una volta Scampia, in quanto sarebbe un ottimo segnale per la città di Napoli, che negli ultimi tempi sta vivendo un periodo aureo per i concerti (basti pensare alla doppia data dei Coldplay, o alla data del Marrageddon), e ci si auspica pertanto che questo periodo magico continui anche nel 2024. Nel frattempo, abbiamo solo la conferma che si farà, e abbiamo anche un nome dato ormai per certo: Anna, che negli ultimi tempi si sta facendo notare sempre di più, e dal 2020 è in continua ascesa, dando voce, insieme anche ad altre sue colleghe, una possibilità anche alle female rappers di poter avere una voce nella nostra nazione.
Voi chi vi auspicate ci sia al prossimo Red Bull 64 bars live? E dove sperate che lo facciano?
lunedì 30 ottobre 2023
Gita al cimitero abbandonato di Pietrastornina.
C’è un piccolo paesello in provincia si Avellino minacciato da molti anni dallo spopolamento: il luogo in questione è Pietrastornina.
A Pietrastornina è presente un posto alquanto suggestivo e sinistro, caduto in disuso dagli anni ’60 in poi: si tratta del vecchio cimitero ottocentesco in cui restano ben poche tracce di quel che era in passato. Circondato dalle colline, nel vecchio cimitero è possibile ammirare una chiesetta (ridotta a rudere) e una cappelletta privata (ormai ricoperta dalle piante). L’ingresso a questo cimitero abbandonato è segnato da una piccola croce posta al centro di due cancelli ormai divelti.
Questo vecchio cimitero di Pietrastornina è anche strettamente legato alla leggenda della ‘sposa imbalsamata’. La leggenda in questione vuole che all’interno del cimitero sia stata sepolta imbalsamata una giovane donna prossima alle nozze deceduta negli anni ’20 per via dell’influenza spagnola. Sebbene la leggenda narri che il corpo della donna sia stata imbalsamata e conservata in una teca di vetro, è d’obbligo segnalare che in realtà di questo corpo in questo posto non ci sia traccia alcuna. Una leggenda metropolitana, si diceva, che per ironia della sorte l’avvocato Davide Urciuolo, esperto di storia e miti del luogo, propose di farla diventare la chiave per far sì che il paesino di Pietrastornina potesse invertire la rotta dello spopolamento e della sua progressiva ‘morte’. Del resto, per citare il sito Derive Suburbane, ‘questa narrazione sospesa tra morte e vita è emblema della volontà di salvare la memoria al di là della fine. Oggi, potrebbe persino diventare lo spunto per restituire vita ad un luogo simbolico dell’unione comunitaria di un paese e, forse, al paese stesso’.
In occasione della festività di Halloween, l’Amedeus adventures approderà proprio al cimitero abbandonato di Pietrastornina in data 31 ottobre 2023.
Info generali:
• luogo: cimitero abbandonato di Pietrastornina;
• orario: 19.30/20 circa - 2/3 di notte;
• come arrivarci: automobile;
• cena e sfizioserie: a sacco.
Munirsi di: soldi, caricabatterie, cellulari muniti di torcia, torce, abbigliamento rigorosamente a strati, zainetto per raccogliere cibo e abiti.
Per ulteriori info e adesioni, contattatemi in privato!
Fonte articolo: Derive Suburbane.
giovedì 26 ottobre 2023
‘Se sei un vero artista...’.
A proposito di Liberi e della collaborazione di Fibra e Francesca Michielin...
Fibra e la Michielin avevano avuto modo di collaborare già due volte nel 2018 per il brano Fotografia di Carl Brave, e per il brano Monolocale, inserito nel disco Feat (stato di natura) di Francesca Michielin. Liberi invece è stato realizzato per l’ultimo progetto di Fibra Caos, uscito nel 2022.
Spesso le collaborazioni tra artisti nascono in un contesto puramente amichevole, ma ci sono molti altri che nascono con l’intento di valorizzare un brano, anche al di là del rapporto di amicizia che ci sia o meno tra due artisti che collaborano tra di loro.
Fibra non ha mai fatto mistero del rispetto che prova per la cantante uscita dal talent X-factor, cosa che già nel 2016 palesò sui suoi social in occasione della promozione della riedizione di Tradimento. Nell’intervista rilasciata a Trx Radio nel 2022 condotta da Damir Ivic, Fibra ha spiegato come è nata la collaborazione di Liberi, specificando come inizialmente la canzone prevedesse una strofa di Francesca Michielin, autrice della musica e del ritornello del brano. A tal proposito, parlando della scelta presa successivamente da Fibra di rimuovere la strofa della Michielin per mantenere solo il suo ritornello, il rapper ha detto: “se sei un vero artista lasci fare, perché quel che conta è il risultato finale: se funziona, vinciamo tutti”.