Si è da poco conclusa una fantastica pagina per il rap italiano: il
Marrageddon fest ha dimostrato a tutti che il rap è un genere molto seguito da tutti, tanto al Nord quanto al Sud. 85mila spettatori per la super-data di Milano e 55mila per quella di Napoli. Un evento stratosferico, che chi lo ha visto da vicino avrà avuto sicuramente una fortuna enorme. Non è ancora chiaro se il rapper l’anno prossimo tornerà con una nuova edizione del festival. Certo è che il
Marrageddon ha segnato uno spartiacque, un po’ come
Persona nel 2019 per la discografia italiana e nel genere rap in particolare.
Concluse tutte e due le date, è arrivato il momento di fare un po’ di bilanci, dalle note più dolenti alle figate più pazzesche che si sono viste e sentite sul palco e dietro le quinte.
Marrageddon e i 50 anni dell’hip-hop.
Il fatto che Marra abbia organizzato un festival di tale portata proprio nel 2023 “non è un caso”, per riprendere il claim della canzone di Guè e Marra Nulla accade. I motivi sono principalmente due: 1. L’anno d’oro che ha avuto nel 2022 col suo tour nei palazzetti più volte rimandato potrebbe aver gettato infatti delle ottime basi per questa folle avventura; 2. La celebrazione dei 50 anni dell’hip-hop, che ha avuto origine nel 1973.
Celebrazione che in Italia qualcuno probabilmente non si aspettava, siccome un giorno sì e l’altro pure si inizia a parlare di declino del genere rap, specialmente nel post-pandemia. La prova di questi due magici sold-out testimonia lo stato di salute del rap in Italia. Il festival infatti non è stato arricchito minimamente da nomi stranieri grossi, ma solo e unicamente di rapper italiani che han fatto e stan facendo la stroia del genere.
La partnership con Radio Dee Jay.
Radio Dee Jay, per chi la conosce da più tempo, sa quanto sia stata vicino al rap molto più di altre stazioni radio. Una vicinanza spirituale, sincera, grazie alla passione di alcuni conduttori come dj Albertino, già conduttore e padrone di casa del Mentos Hip Hop Village, festival che si teneva sul finire degli anni ’90 e bruciatosi rovinosamente anche a causa dell’immaturità tanto del pubblico quanto della scena (che infatti sugli inizi degli anni 2000 farà i conti con un vuoto quasi totale, fatta eccezione per un paio di nomi che saranno in grado di risollevare le sorti del genere).
Radio Dee Jay è stata ultra presente in queste due tappe del 23 e del 30 settembre, con interviste speciali, dirette e anche le aperture di Michele Wad Caporosso durante le quali iniziava a far scaldare il pubblico prima delle esibizioni di Dj Zak e Dj Tayone (e ovviamente di tutti gli artisti coinvolti da Marra). Si tratta di una scelta coerente e ragionevole, se si pensa anche che Marra iniziò a svelare qualcosa proprio a Radio Dee Jay da Nicola Savino e Linus nel 2022 al lancio del suo singolo Importante, quando in molti di aspettavano una data al san Siro, sulla scia di Salmo. E invece no.
Non solo Milano…
Chi lo avrebbe mai detto che Napoli negli ultimi anni si sarebbe resa protagonista di ‘sì tanti eventi di impatto mediatico? Forse pochissimi. Marra rappresenta Milano, eppure ha deciso di inglobare anche Napoli in questa grande storia. Forse merito di una scena sempre più in fermento, che negli ultimi anni ha dato vita a fenomeni quali Geolier (sicuramente quello più in vista), la Slf, Nicola Siciliano, Capo Plaza e via discorrendo. Milano, la capitale del Nord, e Napoli, la capitale del Sud, ognuna con le sue sorprese e le sue specialità.
Napoli del resto, come ha detto anche Lazza durante la sua esibizione dell’ippodromo di Agnano, si è lasciato sfuggire la sua considerazione sulla città di Napoli, definendola come più “ammuinista” di tutte le altre città (testuali parole: “un puttanaio”).
Gli ospiti dei due eventi.
Gli ospiti dei due eventi sono stati: Guè Pequeno (presente in tutti e due gli spettacoli con un set dedicato a Santeria, disco che ha innalzato e valorizzato la penna di Marra nel 2016), Fabri Fibra, Salmo, Kid Yugi, Anna, Paky, Young Miles e Shiva (tutti alla prima data di Milano), Lazza, Madame, Geolier, Nayt ed Ernia (questi ultimi alla data napoletana). Gli ospiti non annunciati, invece, sono stati Madame, Blanca, Tedua (quest’ultimo con uno spettacolo di venti minuti incentrato su La divina commedia, ultima fatica dimostratasi un successone), Lazza, Artie 5ive, e ancora Mv Killa, Tananai, Mahmood, Noyz Narcos…
Noyz nella fattispecie si è reso protagonista, con Salmo e lo stesso Marra, di un’anteprima divenuta subito virale di un pezzo (dal titolo presunto titolo Respira) inedito. Non è ancora ben chiaro se si tratterà del tanto vociferato disco di coppia Salmo-Noyz o di un nuovo ipotetico album di Marracash, che potrebbe ritornare ad un tipo di rap duro e crudo dopo il concludersi della parentesi intimista di Persona e Noi, loro, gli altri.
Un piccolo grande problema: il playback.
Su tutte le esibizioni viste, si potrebbe muovere solo una piccola grande critica, che non sono né le stonature, né l’autotune, ma il playback, a tratti eccessivo e spudorato.
Specie nella prima tappa di Milano, si è sentita una grossa differenza tra le esibizioni di nomi come Kid Yugi e Paky (esibitisi con un urlo continuo sulla canzone che andava ed andava sotto con tanto di voce pre-registrata) e quelle di nomi sicuramente più navigati, come Fabri Fibra e Salmo, quest’ultimo resosi maestro di una vera e propria lezione di esibizione, in grado di passare dal rap alla musica house, rappando, cantando, saltanti e coinvolgendo il pubblico dal primo minuto fino all’ultimo. Un Salmo più in forma che mai, in ripresa dal periodo di pausa che si è preso nel mese di Agosto, quando si è visto costretto a rivedere l’organizzazione del suo tour.
Le esibizioni di questi ragazzi ci fanno comprendere quanto lavoro ci sia dietro il live, e quanto bisogni impegnarsi per riuscire nell’intento di saper intrattenere il pubblico cantando di propria gola le canzoni, e non limitarsi a fare degli speaker di sé stessi, in maniera peraltro anche abbastanza scadente e deludente.
Proprio Salmo, durante questa Estate, si era espresso sulla questione live sollevata dal magazine di Dikele, scandoglisi contro portando le sue idee che vertevano a far comprendere al pubblico da casa quanto sia importante la dimensione dei live.
La scelta della scaletta.
Marra dal vivo in circa due ore e mezza di show ha portato sul palco tutta la sua discografia, dagli inizi fino a Noi, loro, gli altri, cantando anche brani che non erano stati portati sul palco nel tour dello scorso anno. Lo show è stato a dir poco equilibrato, pieno zeppo di hit, alcune delle quali rivisitate/riprodotte/riarrangiate, come nel caso di Niente canzoni d’amore (originariamente prodotta da Del e qui prodotta da Marz). Marra ha tenuto fede alla “promessa” di ripercorrere punto per punto la sua carriera, portando sul palco pezzi come Badabum cha cha, Sabbie mobili, Catatonica, Body parts – i denti e Pagliaccio, e spingendosi ancora più indietro a brani come Popolare e Nuovo papa, questi ultimi rivitalizzati nel 2018 nella riedizione di Marracash, primi disco ufficiale di Marra di dieci anni prima.
La scelta di ripercorrere in tale maniera la sua carriera ha svolto anche la funzione di mettere quasi letteralmente al centro dello show, e dell’attenzione, il disco di Santeria. E’ dal 2020/2021, infatti, che in tanti vogliono Guè e Marra al lavoro su un secondo capitolo di quel disco, che oggi pare essere stato riscoperto anche dai più giovani grazie alla canzone Insta lova, zompata al primo posto su Spotify a sette anni dal suo rilascio. I due artisti, infatti, non hanno mai escluso la possibilità di un secondo capitolo della saga, e recentemente sono anche stati a Marrakech in viaggio, similmente a quanto fatto nel 2016 per realizzare Santeria 1, quando i due viaggiarono molto tra l’America Latina e la Spagna.
Un festival rap.
Finalmente possiamo dire di aver avuto in Italia un vero e proprio festival rap. Certo, declinato nelle sue varie sfaccettature. Dalla poesia di Tedua, quella di Madame, il rap più malandrino di Paky, quello più disimpegnato e “teen” di Anna Pepe. Un po’ per tutti i gusti, diciamo. E questo ha fatto capire, come detto di sopra, ai tanti che ancora lo vogliono ignorare, che il rap ha un suo grandissimo seguito. Ha *ancora* un suo grandissimo seguito, e che certamente non è solo un genere “di moda” come spesso si dice ogni qualvolta che esplode un fenomeno nuovo.
Non esistono scusanti che reggano. I due esempi più eclatanti sono stati portati proprio su quei due prestigiosissimi palchi. Stiamo parlando di due brani, guardacaso, proprio della coppia più richiesta e acclamata: Marra & Guè. Due esempi molto differenti: uno Insta lova, salito alle luci della fama grazie a Tik Tok (“dovremmo rifare Tik Tok lova”, hanno ironizzato i due sul palco), e l’altro è Brivido. Il primo un singolo estivo contenuto proprio in Santeria, e il secondo un evergreen di tutto rispetto risalente al giugno 2013, contenuto in Bravo ragazzo di Guè. Un’era geologica, se si considera la rapidità con cui cambiano le mode e i trend, che è andata via via aumentando con l’era Instagram e ancor di più con Tik Tok. Brivido, questo ci tengono a sottolinearlo, è da dieci anni nelle classifiche e nei cuori degli ascoltatori. E falla ‘na hit ogni tanto…
Nessun ospite internazionale.
Una caratteristica di Marrageddon è stata anche quella di aver dato spazio a soli rapper italiani, e non coinvolgere minimamente artisti internazionali, fossero anche altri rapper europei. La decisione, tuttavia, non sorprende i fan di Marracash, in quanto da sempre Marra non vede di buon occhio le collaborazioni internazionali, ritenendole spesso frivole. Difficile poter affrontare determinate tematiche in brani in cui si collabora tra artisti e si appartiene a due nazioni diverse.
Lo stesso Marra non ha mai collaborato nella sua vita con artisti stranieri, guardando sempre alla musica italiana, che si tratti di collaborazioni rap, pop o di altri generi musicali.
Certo non è una prerogativa inserire nella line-up di un festival anche artisti stranieri, sebbene siano tantissimi i festival che lo facciano. Senza spostarci troppo, in Albania Noizy ha realizzato l’Alphashow, con ospiti provenienti un po’ tutta Europa quali Dutchavelli, Varrosi, Dhurata Dora, e han partecipato anche tre rapper italiani, Guè Ghali e Sfera.
La diretta su Twitch di Homyatol e Simone Panetti.
Si deve infine menzionare anche la diretta Twitch realizzata sia per il concerto di Milano che per quello a Napoli, che ha incoronato il Marrageddon come uno degli show più seguiti a livello europeo. Un successone clamoroso, insomma, per un rapper italiano. La diretta è stata portata magistralmente avanti da Simone Panetti e Homyatol, già rinomati nel settore, belli sgamati, che han saputo gestire una situazione in cui si doveva andare molto a braccio, non avendo una scaletta già scritta e definita. Lo studio da cui stavano effettuando la diretta infatti era un camerino lontano dal palco, e di conseguenza c’era la complicazione di dover rimanere aggiornati su ciò che succedeva sul palco.
L’unica nota dolente è che durante la diretta sono stati tenuti fuori i primi minuti di spettacolo, ossia l’open-show di Michele Wad, e la battaglia di scratch di Dj Zak e Dj Tayone per festeggiare i 50 anni dell’hip-hop.
Certo è che la diretta Twitch ha dato modo ai tanti che avrebbero voluto ma non han potuto partecipare di poter godere ugualmente di uno spettacolo maestoso, imponente ed inedito per il rap italiano che fino a un mese fa non c’era.
Homyatol e Panetti hanno anche ricevuto in studio ospiti come Ensi, Nerone e Nello Taver.
Queste sono solo alcune considerazioni che si possono fare in merito al
Marrageddon di Marracash del 23 e del 30 settembre. Voi cosa ne pensate del festival organizzato dal king del rap? Sperate in un secondo festival l’anno prossimo? Parliamone nei commenti.