giovedì 30 novembre 2023

Uno dei migliori duetti di Sanremo: Giorgia & Finizio in “I’ te vurria vasà” (1995).

Sanremo 1995, conduzione e direzione artistica di Pippo Baudo. Durante quell’edizione il festival fu vinto da Giorgia con Come saprei e vide altri partecipanti di tutto rispetto quali Andrea Bocelli con Come saprei, Giorgio Faletti con L’assurdo mestiere e Ivana Spagna con Gente come noi.

Durante la serata dedicata ai duetti, proprio la vincitrice si cimentò, accompagnata ad un’altra grande voce della musica napoletana, Gigi Finizio, in un’interpretazione a dir poco magistrale di un brano proprio della tradizione musicale napoletana: I’ te vurria vasà.

I’ te vurria vasà nasce come poesia, scritta da Vincenzo Russo, modesto calzolaio, racconta di una storia d’amore mai andata in porto tra lui ed Enrichetta Marchese. Una storia d’amore che, pur ricambiato, è stato osteggiato e impedito dai genitori di quest’ultima. Vincenzo Russo scrisse la poesia sul finire del 1899, e fu musicata successivamente da Eduardo Di Capua, notoriamente già compositore musicale della canzone ‘O Sole mio, pubblicata nel 1898, e da Alfredo Mazzucchi. Secondo la tradizione, i fogli con i versi della poesia furono consegnati da Russo a Di Capua il 1° gennaio 1900 sul finire di una rappresentazione teatrale al Salone Margherita dove si esibiva Armando Gill.

La canzone è stata negli anni ripresa e reinterpretata da numerosi altri cantanti: oltre a Giorgia e Gigi Finizio infatti l’hanno portata al loro pubblico anche nomi come Claudio Villa, Mango, Mina, Enrico Caruso, Luciano Pavarotti, Sergio Bruni, Peppino Di Capri e Massimo Ranieri.

domenica 19 novembre 2023

“Gita al cimitero abbandonato di pietrastornina” + “Il docu-vlog”.

Per l’ultimo Amedeus adventures in occasione di Halloween siamo andati a Pietrastornina alla ricerca del famoso cimitero abbandonato di cui vi avevo parlato alcuni post fa nell’annuncio dell’evento.

Chi mi conosce sa quale sia la mia passione per i posti e per i luoghi abbandonati, di cui vado alla ricerca anche nella mia stessa città, per stare sereno, rilassato, isolato da tutto e tutti, dalla frenesia della città.

Halloween si chiamava proprio un Amedeus adventures horror. Per nostra fortuna abbiamo Google a nostra disposizione, e infatti è proprio su Google che ho digitato “luoghi e posti abbandonati in Campania”. Dopo una lunga ricerca (e più di una settimana di cernita e di indecisioni sulla scelta) ho optato per il cimitero abbandonato di Pietrastornina, di cui ho letto la storia sul sito Derive Suburbane.

Per chi non lo sapesse, già nel 2022 mi sarebbe piaciuto organizzare un Amedeus adventures horror, e nel corso dei mesi ci siamo scambiati, io ed altri, possibili posti abbandonati in Campania e fuori dalla Campania, da poter visitare.

Siam partiti Pietro ed io attorno alle 19 da Acerra, dopo una piccola sosta alla Conad per un rapido acquisto di biscotti, patatine e bibite da mangiare una volta sul posto.

La tappa intermedia è stata Baronissi per prendere Arturo e Roberto. Presi loro, siam subito ripartiti per raggiungere Pietrastornina. Alla guida ci siamo alternati io e Roberto all’andata e al ritorno.

Giunti nella cittadina abbiamo fatto un po’ di fatica ad orientarci, anche a causa del buio, oltre che per una nostra non-conoscenza del posto. Dopo aver chiesto anche indicazioni qua e là, abbiamo alla fine deciso di parcheggiare l’auto e proseguire la ricerca a piedi. Come da indicazioni di alcuni ragazzi, la strada che dovevamo percorrere era una strada sterrata e in salita. Abbiamo prima seguito una prima strada, dimostratasi da subito fallimentare. Siamo pertanto scesi e ritornati sulla strada principale.

Certo non sarebbe stato facile trovare un cimitero ormai abbandonato da anni, ma questo lo sapevamo. Abbiamo aperto Google alla ricerca un tantino più approfondita di alcuni indizi, servendoci di ciò che avevamo a nostra disposizione. Abbiamo deciso così di proseguire sulla strada principale Strada Statale 374 fino ad arrivare fuori ad un ristorante sito giù ad una stradina poco dopo la curva che abbiam percorso a piedi. Pochi, pochissimi nomi, altrettanti pochi indizi e ancora meno luci. Ma quella strada che avevamo dinanzi ci sembrava proprio quella nostra.

L’aria era fredda. Non eccessivamente, ma fredda, di montagna, ma non era l’unica cosa a farci rabbrividire: a mettersi c’era anche l’ambiente circostante. Alle nostre spalle la vallata illuminata da luci e casette (e in lontananza si distinguevano anche i lumini del nuovo cimitero di Pietrastornina, davanti al quale eravamo passati a piedi pochi minuti prima), mentre davanti a noi c’era la strada in salita che stavam percorrendo a piedi e al quasi più totale buio, con le pochissime auto che passavano di lì e l’abbaiare insistente dei cani che proveniva dalle poche abitazioni circostanti.

Nel camminare ci siamo imbattuti solo in due deviazioni in una strada a destra, e in un sentiero sterrato che invece si trovava sulla sinistra, quest’ultimo situato poco prima di un inquietante e spettrale cancello arrugginito. Una volta preso coraggio ci siam fatti guidare dall’istinto e abbiamo deciso stupidamente di percorrere quel sentiero sterrato. Per fortuna non era piovuto, e il terreno era quasi per nulla fangoso. Il claim era solo uno: “rimaniamo uniti”. La paura era che qualche serpente, qualche lupo o cinghiale affamato o qualche malintenzionato potesse trasformare quella serata easy in una simil-tragedia. Cosa che non è stata, ovviamente, ma il solo fatto di stare con i sensi ben allerta ci faceva amplificare ogni scricchiolio di rami, ogni folata di vento tra le foglie, le quali avevano ormai preso il sopravvento sull’ambiente circostante: non le luci delle abitazioni, né più la luce riflessa della Luna era presente nel nostro campo visivo, ma solo quelle foglie e quegli alberi.

Arturo era davanti in ricognizione che premeva per farci continuare con l’esplorazione, e noi altri dietro, fermi immobili, con Pietro che iniziava ad avere i brividi ed io con lui. “Non è detto che dobbiamo completarla la missione” avevo detto fino a qualche ora prima “se percepiamo qualcosa di strano o di sinistro, di davvero sinistro e pericoloso, possiamo semplicemente tornare indietro da dove siamo venuti”. E così, dopo un breve confronto inter nos, dopo aver proceduto per quel sentiero per qualche decina di metri a passo da formica, allo stesso modo siam tornati indietro, ripercorrendo a ritroso la strada fatta precedentemente. Questo snobbando e tralasciando completamente anche l’altra stradina, su cui peraltro ci avevo già posto l’occhio da alcuni giorni come possibile strada da percorrere per raggiungere il cimitero. A tornare indietro…

Giunti alla macchina, ci siamo riposati sulla panchina, consumando Monster e limonata, grisbì e patatine bianche Conad. A nulla è servito chiedere anche a due carabinieri usciti per il loro giro di ricognizione dalla caserma davanti alla quale abbiam parcheggiato; in cambio, ci è spettato un controllo documenti generico e una chiacchierata di venti minuti con l’agente in divisa nera, di cui abbiam parlato sommariamente delle nostre vite e del nostro salto a Pietrastornina. Ma del cimitero abbandonato, neanche loro sapevan nulla.

Ce ne siam partiti di là intorno all’1, neanche tanto delusi, ma con la sensazione di aver lasciato un conto in sospeso con Pietrastornina, come quelle anime in pena che tornano ad infestare i luoghi e le zone in cui avrebbero dovuto portare a compimento qualcosa. Dopo una sosta di una mezz’oretta a Baronissi fatta di cazzeggio più totale e di sconnessione neuronale, io e Pietro siamo partiti alla volta di Casapesenna, prima che potessi definitivamente fare ritorno, attorno alle 5/5:30 del mattino, presso la mia abitazione.

Solo il giorno seguente, nella tranquillità più totale della mia cameretta, mettendo a confronto Maps, foto reperite online e altro materiale, mi sono imbattuto in quello che al 99% sembravano essere l’ingresso e la cripta del cimitero abbandonato di Pietrastornina.

Ebbene potrei dire quindi che non è detta l’ultima parola per quanto riguarda il cimitero. Certo, l’ideale sarebbe che ci si rechi in un orario diurno, in maniera tale da avere una chiara visuale del panorama e delle strade da percorrere, che specie in quei posti sono qualcosa di fortemente impraticabile di notte per chi, come noi, si è recato sul posto senza particolari attrezzature anche per un rapido salvataggio e per la nosta stessa incolumità.

Pietrastornina: io e te ci rivedremo molto molto presto!

 

P.S.: l’Amedeus adventures vi ricorda che nel 2024 si terrà il primo viaggio all’estero a Vienna. Prerogative del viaggio: low budget, gita fuori di cinque giorni o poco più, all’insegna del divertimento, dell’esplorazione, dell’avventura e della cultura.

Budget stimato: 600€ totali circa.

Mezzi di trasporto: bus e/o treni.

Periodo stimato: fine Agosto/inizio Settembre.

Contattami in privato per aderire, e stay tuned!

giovedì 9 novembre 2023

Il Red Bull 64 bars live a Napoli è sempre una figata!

Napoli nella musica rap sta regnando forte da qualche anno. Sono anni che assume sempre più una sua identità, e il fatto che la Red Bull scelga il capoluogo campano per l’evento rap dell’anno è una prova che attesta l’importanza di questa città.
Nel 2022 sul palco salirono Fabri Fibra, Guè, Marracash, Madame, Ernia e Geolier capitanati da Dj Tayone. Quest’anno invece è toccato a Geolier (unico confermato dallo scorso anno, oltre a Marracash, annunciato pochi giorni prima dell’evento a sorpresa), Luchè (annunciato durante il dissing con Salmo, che avrebbe dovuto partecipare insieme agli altri artisti), Noyz Narcos, Lazza e Rose Villain, questa volta diretti da Young Miles.

Il rap riparte da Napoli.
Il 64 bars è un progetto che dalle sue origini, avvenute intorno al 2019, si poneva nel proporre il rap in una chiave molto classica: un mc e un produttore, nient’altro. Rime e barre, rime e barre, molte volte senza ritornelli, con sperimentazioni di flow e di stili musicali. Lo testimoniano, ad esempio, i tre freestyle di Marracash (prodotti rispettivamente da Crookers & Nic Sarno, Marz e Tha Supreme), lo testimonia il 64 barre di Salmo prodotto da Luciennn, così come il 64 barre di Geolier prodotto da Poison Beatz e Dat Boi Dee. Elementare, Watson. Vince chi fa le barre più fighe nei pezzi.
Napoli è stata scelta sicuramente per il suo immaginario: piazza Ciro Esposito, in zona le vele di Scampia è un luogo iconico per il rap, in cui si sono formati nomi come i Co’ Sang, omaggiati anche da Luchè nella serata di sabato 7 ottobre quando con Geolier ha interpretato Over da Dove volano le aquile, dove Guè girò il video di Tuta di felpa con Ntò e dove fecero lo stesso i due rapper francesi che compongono il duo Pnl con la canzone Le monde ou rien.
Negli ultimi anni, le vele di Scampia stanno anche affrontando un periodo di bonifica e riqualifica, nella speranza che possano finalmente affrancarsi, una volta e per tutte, da tutta una serie di luoghi comuni che vuole quella zona come zona piena zeppa di contesti criminali e ai limiti della legalità.
Avere uno show del genere in zona è un’ottima opportunità per tutti, artisti e giovani ascoltatori di rap, che crescono, se vogliamo, con un esempio virtuoso di come l’arte può farsi veicolo di messaggi positivi di riscatto e di vittoria, lontana dai guai a cui spesso viene allacciata da un certo tipo di stampa mainstream.

Dopo il primo 64 bars live.
Al termine del primo Red Bull 64 bars live nel 2022, il pubblico di Napoli si era resa testimone di una promessa: “ci vediamo nel 2023”. E così è stato: Red Bull ha rispettato i patti, e nella prima metà del 2023 ha iniziato a svelare i nomi, che pian piano hanno iniziato a pubblicare e a incidere i loro 64 bars freestyle. Nella stessa data, Young Miles, Salmo, Rose Villain, Geolier, Lazza e Noyz Narcos hanno postato nelle loro storie la data dell’evento. Non tutti, tuttavia, avevano pubblicato il loro 64 bars. Tra loro, mancava all’appello, ad esempio, Geolier (che ne aveva rilasciato uno lo scorso anno per il primo evento Red Bull a Scampia), e un altro che pure mancava all’appello era Salmo.

La questione Salmo: il freestyle, il dissing e l’annuncio di Luchè.
Nel freestyle rilasciato da Salmo questa Estate, Salmo “ha fatto ’o panico” come si direbbe dalle parti di Napoli. Infatti, nel pezzo prodotto da Luciennn, giovane talento che si sta facendo notare nella scena da un po’, Salmo ha fatto espliciti riferimenti a Luchè, con cui aveva avuto dissapori accesi nel 2019. Solo via Instagram, si intende. Un dissing mai evolutosi in musica, non fino a questa Estate.
In un passaggio, infatti, Salmo rappa: “l’Inferno lo conosco bene / ci tornerei per farci un mese / una vita di promesse spese / driiin: squilla il telefono inglese”, facendo riferimento al famoso telefonino inglese su cui, a dire di Luchè, aveva i messaggi di Salmo in cui si complimentava con lui per il disco Malammore, mentre Salmo sosteneva di non aver mai ascoltato Luchè.
Apriti cielo. Dopo il rilascio del freestyle, per quattro giorni è andato avanti un pesante scontro a colpi di rime, con dissing pubblicati finanche a distanza di un paio di ore l’uno dall’altro: accuse, punchline, rime, cattiveria, stile che volavano, mentre due tra i maggiori esponenti della scena se le davano di santa ragione.
Proprio nel mentre del dissing, Red Bull, essendo Napoli una città da sempre legata a Luchè per ovvie ragioni, aveva annunciato anche la presenza di Luchè, subentrato in un secondo momento. Sebbene molti volevano il dissing una finzione per sponsorizzare l’evento, Salmo pubblicò un commento categorico sui propri social: “non parteciperò all’evento di Scampia”. Molti hanno collegato questa decisione al fatto che abbia ricevuto minacce di morte da parte di alcuni utenti sui social proprio durante il dissing avuto con Luchè.
In realtà, Salmo spiegherà i motivi della sua assenza solo due giorni prima dell’evento, specificando che: 1. La Red Bull era al corrente della sua assenza da questa Estate e l’aveva resa pubblica solo pochi giorni prima, sostenendo anche essere poco professionali; 2. Non avrebbe più partecipato all’evento poiché non gli avrebbe fatto piacere dover interagire con una persona con cui non va d’accordo.
Suonano ironiche le parole pronunciate da Salmo durante l’intervista con Gq Italia, dove aveva dichiarato, a proposito della frecciatina a Luchè: “nel rap, quando fai freestyle, intrattieni, fai le punchline, se avessi voluto insultare avrei detto un’altra roba. Però invece che stare lì a rompere le palle ci gioco su, è una cosa scherzosa. Non penso che si offenderà, si farà una risata anche lui”. Lineare, no?
Sia come sia, Salmo davvero ha dato buca. Del resto Napoli è “la città di Luchè”, come afferma quest’ultimo in Potere e, al di là della questione “interazione sul palco” tra i due (che avrebbero comunque potuto limitare al minimo) ci sarebbe potuto essere un serio problema durante l’esibizione: un’eventuale risposta negativa da parte del pubblico, che avrebbe potuto compromettere la naturale esibizione dell’artista sardo.
A poco è servita anche la storia rilasciata dalla pagina della Bfm Music, etichetta fondata da Luchè. Storia passata quasi inosservata, in cui si son dichiarati dispiaciuti per il forfait di Salmo, specificando che sarebbe stato un’ottima occasione di confronto tra i due artisti, e anche un ottimo modo per accogliere Salmo con l’amore che si merita.

Il concerto.
Il concerto alla fine si è fatto. Con o senza Salmo, ma con la presenza a sorpresa di Marracash, annunciato pochi giorni dopo la data partenopea del Marrageddon (ancora una volta Napoli ha mostrato il suo rispetto nei confronti del “king del rap”, come se non fosse bastata la dimostrazione della settimana prima), e di Anna, con ogni probabilità protagonista del Red Bull 64 bars del 2024 (che potrebbe, peraltro, anche cambiare location).
Durante il concerto tutti gli artisti sono stati giostrati da Young Miles, e hanno avuto modo di cantare un quarto d’ora a testa circa, esibendosi con i loro 64 bars rilasciati per sponsorizzare l’evento con l’aggiunta di alcune loro hit. Luchè, unico a non aver ancora pubblicato ufficialmente il suo di freestyle, ha avuto modo di presentarlo qui in anteprima, mandando il pubblico in visibilio.
Come nel 2022, anche quest’anno gli artisti hanno interagito sul palco: Lazza e Geolier, ad esempio, hanno portato Chiagne, Luchè e Noyz Narcos hanno cantato Casa mia, giusto per fare due esempi. La conclusione è avvenuta con un’esibizione a sorpresa di Geolier e Luchè che hanno interpretato Over, brano in collaborazione contenuto in Dove volano le aquile, e che contiene un campione di Int ’o rione dei Co’ Sang, di cui Luchè ha specificato essere un tributo.

Il prossimo Red Bull 64 bars live.
Red Bull ha confermato l’organizzazione dell’evento anche per il 2024, dopo i successoni delle prime due edizioni. In molti sperano che la location torni ad essere ancora una volta Scampia, in quanto sarebbe un ottimo segnale per la città di Napoli, che negli ultimi tempi sta vivendo un periodo aureo per i concerti (basti pensare alla doppia data dei Coldplay, o alla data del Marrageddon), e ci si auspica pertanto che questo periodo magico continui anche nel 2024. Nel frattempo, abbiamo solo la conferma che si farà, e abbiamo anche un nome dato ormai per certo: Anna, che negli ultimi tempi si sta facendo notare sempre di più, e dal 2020 è in continua ascesa, dando voce, insieme anche ad altre sue colleghe, una possibilità anche alle female rappers di poter avere una voce nella nostra nazione.
Voi chi vi auspicate ci sia al prossimo Red Bull 64 bars live? E dove sperate che lo facciano?