Per l’ultimo Amedeus adventures in occasione di Halloween siamo andati a Pietrastornina alla ricerca del famoso cimitero abbandonato di cui vi avevo parlato alcuni post fa nell’annuncio dell’evento.
Chi mi conosce sa quale sia la mia passione per i posti e per i luoghi abbandonati, di cui vado alla ricerca anche nella mia stessa città, per stare sereno, rilassato, isolato da tutto e tutti, dalla frenesia della città.
Halloween si chiamava proprio un Amedeus adventures horror. Per nostra fortuna abbiamo Google a nostra disposizione, e infatti è proprio su Google che ho digitato “luoghi e posti abbandonati in Campania”. Dopo una lunga ricerca (e più di una settimana di cernita e di indecisioni sulla scelta) ho optato per il cimitero abbandonato di Pietrastornina, di cui ho letto la storia sul sito Derive Suburbane.
Per chi non lo sapesse, già nel 2022 mi sarebbe piaciuto organizzare un Amedeus adventures horror, e nel corso dei mesi ci siamo scambiati, io ed altri, possibili posti abbandonati in Campania e fuori dalla Campania, da poter visitare.
Siam partiti Pietro ed io attorno alle 19 da Acerra, dopo una piccola sosta alla Conad per un rapido acquisto di biscotti, patatine e bibite da mangiare una volta sul posto.
La tappa intermedia è stata Baronissi per prendere Arturo e Roberto. Presi loro, siam subito ripartiti per raggiungere Pietrastornina. Alla guida ci siamo alternati io e Roberto all’andata e al ritorno.
Giunti nella cittadina abbiamo fatto un po’ di fatica ad orientarci, anche a causa del buio, oltre che per una nostra non-conoscenza del posto. Dopo aver chiesto anche indicazioni qua e là, abbiamo alla fine deciso di parcheggiare l’auto e proseguire la ricerca a piedi. Come da indicazioni di alcuni ragazzi, la strada che dovevamo percorrere era una strada sterrata e in salita. Abbiamo prima seguito una prima strada, dimostratasi da subito fallimentare. Siamo pertanto scesi e ritornati sulla strada principale.
Certo non sarebbe stato facile trovare un cimitero ormai abbandonato da anni, ma questo lo sapevamo. Abbiamo aperto Google alla ricerca un tantino più approfondita di alcuni indizi, servendoci di ciò che avevamo a nostra disposizione. Abbiamo deciso così di proseguire sulla strada principale Strada Statale 374 fino ad arrivare fuori ad un ristorante sito giù ad una stradina poco dopo la curva che abbiam percorso a piedi. Pochi, pochissimi nomi, altrettanti pochi indizi e ancora meno luci. Ma quella strada che avevamo dinanzi ci sembrava proprio quella nostra.
L’aria era fredda. Non eccessivamente, ma fredda, di montagna, ma non era l’unica cosa a farci rabbrividire: a mettersi c’era anche l’ambiente circostante. Alle nostre spalle la vallata illuminata da luci e casette (e in lontananza si distinguevano anche i lumini del nuovo cimitero di Pietrastornina, davanti al quale eravamo passati a piedi pochi minuti prima), mentre davanti a noi c’era la strada in salita che stavam percorrendo a piedi e al quasi più totale buio, con le pochissime auto che passavano di lì e l’abbaiare insistente dei cani che proveniva dalle poche abitazioni circostanti.
Nel camminare ci siamo imbattuti solo in due deviazioni in una strada a destra, e in un sentiero sterrato che invece si trovava sulla sinistra, quest’ultimo situato poco prima di un inquietante e spettrale cancello arrugginito. Una volta preso coraggio ci siam fatti guidare dall’istinto e abbiamo deciso stupidamente di percorrere quel sentiero sterrato. Per fortuna non era piovuto, e il terreno era quasi per nulla fangoso. Il claim era solo uno: “rimaniamo uniti”. La paura era che qualche serpente, qualche lupo o cinghiale affamato o qualche malintenzionato potesse trasformare quella serata easy in una simil-tragedia. Cosa che non è stata, ovviamente, ma il solo fatto di stare con i sensi ben allerta ci faceva amplificare ogni scricchiolio di rami, ogni folata di vento tra le foglie, le quali avevano ormai preso il sopravvento sull’ambiente circostante: non le luci delle abitazioni, né più la luce riflessa della Luna era presente nel nostro campo visivo, ma solo quelle foglie e quegli alberi.
Arturo era davanti in ricognizione che premeva per farci continuare con l’esplorazione, e noi altri dietro, fermi immobili, con Pietro che iniziava ad avere i brividi ed io con lui. “Non è detto che dobbiamo completarla la missione” avevo detto fino a qualche ora prima “se percepiamo qualcosa di strano o di sinistro, di davvero sinistro e pericoloso, possiamo semplicemente tornare indietro da dove siamo venuti”. E così, dopo un breve confronto inter nos, dopo aver proceduto per quel sentiero per qualche decina di metri a passo da formica, allo stesso modo siam tornati indietro, ripercorrendo a ritroso la strada fatta precedentemente. Questo snobbando e tralasciando completamente anche l’altra stradina, su cui peraltro ci avevo già posto l’occhio da alcuni giorni come possibile strada da percorrere per raggiungere il cimitero. A tornare indietro…
Giunti alla macchina, ci siamo riposati sulla panchina, consumando Monster e limonata, grisbì e patatine bianche Conad. A nulla è servito chiedere anche a due carabinieri usciti per il loro giro di ricognizione dalla caserma davanti alla quale abbiam parcheggiato; in cambio, ci è spettato un controllo documenti generico e una chiacchierata di venti minuti con l’agente in divisa nera, di cui abbiam parlato sommariamente delle nostre vite e del nostro salto a Pietrastornina. Ma del cimitero abbandonato, neanche loro sapevan nulla.
Ce ne siam partiti di là intorno all’1, neanche tanto delusi, ma con la sensazione di aver lasciato un conto in sospeso con Pietrastornina, come quelle anime in pena che tornano ad infestare i luoghi e le zone in cui avrebbero dovuto portare a compimento qualcosa. Dopo una sosta di una mezz’oretta a Baronissi fatta di cazzeggio più totale e di sconnessione neuronale, io e Pietro siamo partiti alla volta di Casapesenna, prima che potessi definitivamente fare ritorno, attorno alle 5/5:30 del mattino, presso la mia abitazione.
Solo il giorno seguente, nella tranquillità più totale della mia cameretta, mettendo a confronto Maps, foto reperite online e altro materiale, mi sono imbattuto in quello che al 99% sembravano essere l’ingresso e la cripta del cimitero abbandonato di Pietrastornina.
Ebbene potrei dire quindi che non è detta l’ultima parola per quanto riguarda il cimitero. Certo, l’ideale sarebbe che ci si rechi in un orario diurno, in maniera tale da avere una chiara visuale del panorama e delle strade da percorrere, che specie in quei posti sono qualcosa di fortemente impraticabile di notte per chi, come noi, si è recato sul posto senza particolari attrezzature anche per un rapido salvataggio e per la nosta stessa incolumità.
Pietrastornina: io e te ci rivedremo molto molto presto!
P.S.: l’Amedeus adventures vi ricorda che nel 2024 si terrà il primo viaggio all’estero a Vienna. Prerogative del viaggio: low budget, gita fuori di cinque giorni o poco più, all’insegna del divertimento, dell’esplorazione, dell’avventura e della cultura.
Budget stimato: 600€ totali circa.
Mezzi di trasporto: bus e/o treni.
Periodo stimato: fine Agosto/inizio Settembre.
Contattami in privato per aderire, e stay tuned!