domenica 19 maggio 2024

Gli Articolo 31.

Penso di aver conosciuto gli Articolo 31 un po’ per caso. Quando ero piccolo e giocavo con la PlayStation, spesso in compagnia si era soliti metter su “singstar”, e in uno di quei “singstar” inserirono anche Tranqi funky. Quella fu la loro prima canzone che conobbi, ascoltai e cantai del gruppo, senza conoscerli veramente.
Quando intorno al 2009/2010 mi affacciai al mondo del rap, J-Ax fu il primo artista del genere che conobbi. Ax mi aveva aperto un mondo inconsapevolmente, e quando poi venni a conoscenza della sua storia pre-scioglimento del duo mi recuperai molte chicche che per questioni anagrafiche non avevo fatto in tempo a vivere sulla mia pelle.
Quando nel 2018 Ax e Jad annunciarono la loro reunion stentai a crederci. Era come se l’universo mi avesse dato modo di vivermi una realtà che avevo solo visto online sui vari siti web e blog.
Protomaranza è fuori da pochi giorni, ma è già un gran bel disco, che intercetta alla grande quelli che sono i miei gusti musicali. Jad ha steso un tappeto musicale per il collega di tutto rispetto, e di contro Ax è riuscito a cavalcare quelle strumentali in maniera magistrale, regalandoci perle come Chi se ne frega di noi, come Come godo o come Contadino, quest’ultima a mani basse la migliore canzone del disco secondo la mia opinione.
Bentornati, ragazzi. L’Articolo ancora domina il party!

sabato 11 maggio 2024

“Quando Clementino omaggiò Fibra al concertone del 1° maggio” + “Copertina”.

Era il 2013, Fibra aveva appena rilasciato Guerra e pace, uno dei suoi dischi più complessi, criptici ed ermetici della sua carriera, quando dopo un iniziale invito al concertone del 1° maggio venne successivamente estromesso per via di alcune polemiche sollevate dall’associazione Donne In Rete Contro La Violenza. L’accusa: i testi troppo violenti, misogini e carichi di violenza contro le donne. In quell’occasione furono in tanti a schierarsi a favore di Fabri Fibra, denunciando un atto di censura avvenuto nei suoi confronti (tra tutti Andrea Scanzi, Jovanotti ed Elio).
Nel 2014 sul palco salì invece Clementino, all’epoca reduce di un fortunatissimo anno seguito alla pubblicazione dell’album Mea culpa. Sul palco del concertone, prima di cantare Chimica brother, singolo tratto da Non è gratis, disco di coppia di Fibra e Clementino, quest’ultimo estrasse un’iconica felpa con la faccia del rapper di Senigallia, dedicandogli le parole: “questo pezzo è per dimostrare la libertà di espressione che c’è in Italia. Questo è per l’anno scorso. Bella Fibra!”.
Un gesto di profondo rispetto e profonda riconoscenza. Bella cleme!

martedì 7 maggio 2024

‘Ciò che trascuri...’.

Era il 2018, e Marracash stava festeggiando i 10 anni del suo primo disco ufficiale in major, Marracash, per l’appunto. Similmente a quanto successo con altri colleghi, anche quel disco ha avuto una ristampa per celebrarne il decennale, e oltre ai brani originali, Marra ha anche realizzato qualche remix e due inediti.
I due inediti portano i titoli di Valentino e Business class, quest’ultimo realizzato insieme a Rkomi, nome in espansione all’epoca, che Marracash aveva tenuto sotto la sua ala sotto il suo roster Roccia Music nel 2015/2016.
Business class in particolare è una delle canzoni più toccanti di Marracash, in cui l’intimismo viene fuori e si trasforma in una riflessione su svariati aspetti della sua carriera come Marracash e della sua vita in quanto Fabio Rizzo. Si ricordi che all’epoca, Marra stava uscendo da una relazione complicata con una donna narcisista di cui parlerà quasi un anno dopo in Persona, in seguito a un lungo periodo di silenzio durante il quale affronterà una terapia psicologica.
Tra i vari argomenti affrontati, Marra conclude la sua strofa con una frase molto significativa: “tieni gli amici e gli affetti saldi / ciò che trascuri diventa di altri”, che in parte ricorda molto un’altra sua vecchia frase che recitava: “tengo vicino amici e persone care / perché senza radici l’albero cade”, che dimostra quanto sia per lui importante coltivare e mantenere dei rapporti umani, innaffiando il rapporto con costanza, onde evitare che quello stesso rapporto umano marcisca e cada come un albero senza radici.
In Business class, tra le altre cose, Marra fa anche un piccolo omaggio ad Avicii, venuto a mancare ad aprile 2018, poche settimane prima del rilascio del singolo, e probabilmente morto suicida. Avicii soffriva anche di disturbi depressivi, motivo per cui Marra specie in quel periodo storico si sentiva parecchio vicino al dj di Stoccolma, soprattutto a causa del periodo difficile che stava affrontando nel proprio privato.
Vi piace la frase di Marracash?

sabato 4 maggio 2024

“‘Fame di fama’: considerazioni” + “‘Fame di fama’: considerazioni”.

Scrissi Fame di fama a fine 2023/inizio 2024. Appena finii di scriverla, iniziai a registrarla, come sempre, in macchina, o in casa ogni volta che avevo casa libera. Sempre lo stesso computer con la batteria sminchiata, sempre lo stesso microfono scrauso di 20€ comprato su Amazon. E un periodo di gestazione durato tre mesi.

Inizialmente volevo darle un taglio critico, qualcosa che esprimesse anche una forma di disprezzo nei confronti di tutti coloro che a tutti i costi ricercano attenzioni dall’esterno: attenzioni malsane, negative, del tipo “purché se ne parli”, come se si camminasse ad un metro da terra, dimenticandosi di essere al livello di tutti. Salmo, a tal proposito, direbbe “si montano la testa quando il corpo sta morendo”, io dico “sei pronta al grande salto, il popolo ti acclama / senti gli applausi e vedi i fiori, la tele ti inquadra / la gente a casa si chiede: ‘sì, ma chi sta in quella bara?’ / sente gli applausi e vede i fiori, la tele li inquadra”. Questo a intendere quanto sia distorta la fama, un certo tipo di fama, “quella che aliena, che ingombra, che ti deforma”, per citare un altro brano di un altro pezzo da novanta.

Tuttavia, ciascuno di noi in cuor suo sa di avere bisogno di quella piccola dose di attenzioni quotidiane per sopravvivere: non si parla di fama, non si parla di successo, ma di narcisismo, quello che mi piace definire narcisismo positivo. Nessuno sopravvivrebbe nell’ombra, all’oscuro, lontano dagli occhi che si desiderano addosso, specie delle persone che si amano di più. Sono proprio quegli occhi che, a dirla tutta, formano uno scudo protettivo nei confronti di tutta una serie di angherie e soprusi che ogni giorno si subiscono.

Quante volte, per sentirsi grandi (“per sentirsi qualcuno”) ci si abbassa a sminuire tutto il resto, come se in qualche modo ciò ci arricchisse. Spegnere la luce agli altri sperando che si accenda il riflettore che si ha sulla propria testa, o che continui a rimanere acceso solo e soltanto quello. Niente di più stupido, egoistico e sadico, che non migliora la condizione (quantomeno morale) di chi perpetra certi comportamenti nei confronti del prossimo.

Fame di fama è fuori. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Video adatto solo ad un pubblico adulto.

giovedì 2 maggio 2024

“Fame di fama” + “Rap freestyle beat rap instrumental (modo bestial)”.

I tuoi messaggi colmi d’odio io manco li leggo

rido in silenzio e penso che stai perdendo del tempo

qui la tua faccia si fa blu come ‘sta 20 euro

scoppi di rabbia, io lo so, non riesci a farne a meno

questo asfalto è il tuo red carpet, senza gente muori

fuori da ‘sti riflettori non fai più rumore

qui tutto scoppia in un istante, bolla di sapone

e tu, ingenua, ti credi eterna, non sei una religione

ti accendi la tua Rothmans con sguardo di ghiaccio

alla fermata del tram dallo sguardo distratto

appena avverti qualcosa, tu ti giri di scatto

e pensi: “adesso si va in scena, il mondo è un grande palco”

okay, sei pronta al grande salto, il popolo ti acclama

senti gli applausi e vedi fiori, la tele ti inquadra

la gente a casa si chiede: “sì, ma chi sta in quella bara?”

Sente gli applausi e vede i fiori, la tele li inquadra

non preoccuparti, te lo spiego, questa è fama, baby

e campa bene soltanto chi casca sempre in piedi

solidità e stabilità, ovvero buone radici

buone basi, buone piante, i nostri stessi eredi;

quello che posti lo so già che è una grande stronzata,

lo guardo solo per farmi una bella risata

da queste parti non importa un fico di chi sei

di cosa fai, da dove vieni, oh, ma chi ti credi;

il mondo è pieno di Sophia Loren dei poveri,

di finti Mastroianni in abiti fake Coveri

che chiudono gli occhi e sognano i soldi di Montgomery

e poi bruciano d’invidia e distruggon tutto là fuori:

mezze seghe, rimarrete sempre scarsi

che per brillare alla luce la spegnete sempre agli altri,

poi fuggite dal guaio con la coda, codardi

e tu puoi fuggire dal guaio, tanto tornerà a trovarti,

prima – o poi qualcuno se ne accorge

di quanto siete falsi quando vi trovate moglie

prima il sesso, dopo un figlio, tutto in ordine

e se le cose non vanno, dopo è delitto di Cogne;

c’è l’occasione di arricchirsi, e ciascuno la coglie

perché la crisi morde e fa male, croco, Lacoste

io già ti vedo vantarti con ‘sta faccia da stronzo

ché hai letto il libro della vita, il mio è rimasto intonso;

com’è che non ti accorgi che tra noi, qua lo schiavo sei tu

lobotomizzato, ormai non sogni più

io sogno un disco e dopo il tour, ma poi sparisce e “puff”

all’alba d’un – dannato Lunedì blu

solution: semi di kush;

ogni giorno io mi sveglio con la faccia del panda dei Bushwaka

e in testa un ritmo che mi canta: “boomboomshakalaka”,

annata magra iniziata, io proseguo sulla mia strada

e se va male, prepara la bara;

para - dà faccia bianca: bamba

chi è come me - ricerca un po’ di grazia

come in “para bailar la bamba”

anche se troppa stanca

tra milioni e depressione, kalazh

anche se grana manca e serotonina cala;

se non si è grandi, niente

guai a farsi vedere

mostrarsi forti, invece

mostrando morti in tele

comporre ragnatele

per le vittime illuse

comporre cantilene

quattro stronzate in croce;

io non mi do mai pace perché aspiro sempre al meglio

ma non per spiattellarlo, zio, per vivermelo dentro

gioco solo col mio ego, uno a zero, palla al centro

qui la sfida è ancora aperta e il risultato incerto;

è il moderno mito della caverna

il personaggio avrà la meglio

è la fame di fama che tiene la mente sveglia

la fama a tutti i costi, quella fama che ti disorienta.